Il Tappeto Sonoro
performance interattiva per spazi pubblici
di Baldo Diodato e Antonio Caggiano
per artista visivo, lastre di alluminio, 4 percussionisti, 1 cantante, 1 flautista, 1 poeta, 1 performer, 1 critico d’arte e pubblico
Baldo Diodato artista
Anna Clementi voce
Gianni Trovalusci flauto
Stefano Giannotti compositore, polistrumentista
Ars Ludi percussioni
Antonio Caggiano, Aurelio Scudetti, Matteo Martizi, Alessandro Di Giulio
Michela Becchis critico d’arte
Daniele Poletti poeta
Alessandro Certini performer
e con Giulia Frati, Lavinia Pini, Livia Pompei, Marco Sibilli
musiche di John Cage, Antonio Caggiano, Alvin Curran, Stefano Giannotti, Lou Harrison, Steve Reich, The Queen
in collaborazione con Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art
Il Tappeto Sonoro
John Cage predicava l’assoluta parità e indipendenza delle arti ed è ciò che avviene in questa performance, dove le lastre adagiate sul selciato, che l’artista Baldo Diodato modella con alcuni martelli, utilizzando la tecnica del calco, diventano un grande strumento a percussione che i musicisti suonano, mentre una cantante, un flautista, un poeta, un critico d’arte, un performer creano, secondo le indicazioni di una partitura scritta, un concerto ricco di inattese sonorità con la partecipazione attiva del pubblico che percuote le lastre.
Con questa serata, aperta ai passanti nella Piazza San Francesco, gli artisti propongono uno spettacolo che ricalchi la struttura utilizzata da John Cage in una sera del 1952 al Black Mountain College dove - insieme a Merce Cunningham, a Charles Olson, a Mary Caroline Richards, a David Tudor e al giovane studente Robert Rauschenberg - dette vita a una pièce senza titolo con una pluralità di elementi e di azioni che non avevano uno scopo particolare, né una concatenazione necessaria: un’opera “caotica” che incontrò il favore del pubblico e segnò l’inizio di quella forma di interazione delle arti che da allora prende il nome di happening.