Storicamente, una delle attività principali nella Tenuta, come in tutta l’area di Vorno, era la coltivazione dell’olivo, alla quale erano dedicate zone specifiche per microclima e terreno. Si stima che in passato fossero presenti e in produzione circa 7mila olivi appartenenti a varietà tipiche del territorio (leccino, frantoio, razzo, pendolino). Alcune delle vecchie zone olivetate sono state recuperate nel 2007 e in seguito ampliate nel 2009 e sono ora utilizzate per la produzione di olio extravergine di oliva.
Gestione e coltivazione - L’oliveto è coltivato secondo i dettami della agricoltura biologica, proteggendo il naturale equilibrio degli alberi e del suolo. Usando concimi di origine organica come il letame e rispettando il libero inerbimento del terreno, si tutelano la fertilità e la biodiversità degli impianti. Allo stesso tempo, i residui organici derivati dagli sfalci dell’erba restituiscono al suolo sostanze preziose per molti organismi utili all’ambiente. Grazie a interventi di potatura mirati, è stata recuperata la forma di allevamento tipica della zona, mettendo gli alberi nelle migliori condizioni di crescita e riconsegnandoli alla tipicità del paesaggio di cui fanno parte.
Mosca dell’olivo - Per il controllo della mosca dell’olivo, un insetto molto dannoso per questa coltura, si utilizza il caolino, un’argilla naturale che protegge l’oliva da questo patogeno, sfruttando un particolare “stratagemma ottico”. Il trattamento con il caolino, infatti, rende le olive chiare e invisibili alla mosca. La loro superficie diventa inoltre più dura e quindi più difficilmente attaccabile. L'inerbimento, inoltre, favorisce l’aumento della biodiversità non solo vegetale, ma anche animale e in particolare la moltiplicazione di specie antagoniste della mosca. Gli oliveti della Tenuta ospitano infine un impianto di lavanda, scelto per il suo valore paesaggistico.
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