L’orto Dello Scompiglio nasce nel 2007, con l’idea di una produzione biologica e sostenibile incentrata sul rispetto dell’equilibrio del suolo e dell’ambiente. Gli ortaggi coltivati sono per lo più appartenenti a varietà antiche, tipiche e locali. Le coltivazioni seguono l’andamento stagionale, con tecniche agronomiche poco impattanti per l’ecosistema. Le verdure così prodotte sono le protagoniste delle creazioni gastronomiche della Cucina Dello Scompiglio.
VARIETÀ COLTIVATE
Ogni anno, in collaborazione con la Cucina, si valuta quali cultivar mettere a dimora per una ricerca di sapori sempre nuovi, con attenzione alle varietà antiche e dimenticate. Tra gli ortaggi che trovano posto ogni anno nell’orto Dello Scompiglio, lo zucchino Alberello di Sarzana, con frutti allungati di colore verde chiaro, pregevole dal punto di vista organolettico e resistente a intemperie e malattie; il cavolo nero toscano, protagonista di molte creazioni della Cucina; la melanzana violetta di Firenze, una antica varietà toscana conosciuta anche con il nome di "prospera" o "prosperosa"; il pomodoro canestrino di Lucca, noto anche come "cresputo" o "costoluto", dal sapore inconfondibile.
TECNICHE AGRONOMICHE
L’orto è lavorato secondo cicli colturali di quattro anni, che preservano il prezioso quanto fragile equilibrio del suolo. Nello stesso campo, di anno in anno, si avvicendano piante cosiddette miglioratrici (come le leguminose), chiamate così perché hanno la capacità di rigenerare le risorse del terreno e la sua naturale fertilità; un orto invernale coltivato prevalentemente a crucifere, apiaceae, asteraceae (cioè ortaggi della stessa famiglia dei cavoli, dei finocchi e dell’insalata), che con le loro radici arieggiano e migliorano la struttura del terreno; un orto estivo di solanaceae, liliaceae, cucurbitaceae chenopodiaceae (cioè piante della stessa famiglia delle patate e melanzane, degli agli e delle cipolle, delle zucche e delle zucchine, delle bietole e degli spinaci), che necessitano di lavorazioni del terreno con le quali si ripristina la sua struttura profonda, per finire con un nuovo impianto di miglioratrici, con cui si conclude il ciclo.
SERRA FREDDA
Volutamente priva di impianti di riscaldamento, la serra fredda sfrutta la luce solare per supportare la crescita delle piante in maniera efficace e poco invasiva. Dotata di una tecnologia che monitora la temperatura in maniera automatica, può regolare l’apertura delle pareti per aumentare o diminuire il calore, in funzione delle coltivazioni che ospita. La serra fredda viene usata per proteggere le colture più delicate e sensibili, come le insalate e le piante aromatiche, dalle temperature rigide della cattiva stagione e per mantenere una continuità di produzione nel periodo autunnale ed invernale.
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