SPE - SPAZIO PERFORMATICO ED ESPOSITIVO ORE 19.30
18 APRILE 2015
Alter Ego
Concerto-Portrait
Manuel Zurria flauto
Paolo Ravaglia clarinetto
Aldo Campagnari violino
Francesco Dillon violoncello
Lucio Perotti pianoforte
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Alvin Lucier (1931)
Two Circles (2012)*
per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e suoni sinusoidali
Emanuele Casale (1974)
5 (2002)*
per flauto, clarinetto e nastro magnetico
Salvatore Sciarrino (1947)
Omaggio a Burri (1995)*
per violino, flauto e clarinetto basso
Fausto Romitelli (1963-2004)
Domeniche alla periferia dell’Impero: prima domenica (1995)*
per flauto basso, clarinetto basso, violino e violoncello
Stefano Scodanibbio (1956-2012)
Ritorno a Cartagena (2003)
per flauto basso
Riccardo Vaglini (1965)
Serenade (2004)*
per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte
*dedicato ad Alter Ego
Si ringrazia Ars Publica Edizioni per la gentile concessione di Serenade di Riccardo Vaglini
Il concerto che vi proponiamo è rappresentativo della ricerca e delle collaborazioni che il nostro gruppo ha portato avanti negli anni con passione e tenacia. Salvatore Sciarrino è stato certamente un mentore per Alter Ego, con lui siamo cresciuti musicalmente ed artisticamente. Nel Febbraio del 1995 il compositore ricevette una commissione dal Comune di Città di Castello per i festeggiamenti dell’ottantesimo compleanno del grande pittore Alberto Burri, originario del posto. Dopo appena qualche settimana però Burri morì nella sua casa di Città di Castello e quella che si proponeva come un’occasione di festa improvvisamente assunse il carattere di un requiem. Omaggio a Burri è infatti un’amara riflessione sul tempo come metafora dell’esistenza. Nel suo svolgimento appaiono ticchettii e orologi di diversa natura, respiri, suoni svuotati dal suono stesso. Alter Ego che è dedicatario del brano, ne interpretò la prima esecuzione assoluta al Teatro degli Illuminati nel Luglio dello stesso anno.
Negli ultimi tempi abbiamo avviato una felice collaborazione con Alvin Lucier, uno dei più importanti compositori americani viventi dopo la scomparsa di John Cage. Two Circles è stato esplicitamente concepito per Alter Ego, commissionato dalla Biennale di Venezia del 2012 e qui eseguito da Alter Ego in prima assoluta al Teatro delle Tese, a Venezia. Il brano è ispirato alla struttura architettonica del cimitero della famiglia Brion nei pressi di Treviso progettato dall’architetto Carlo Scarpa e fa uso di suoni sinusoidali su nastro che creano delle particolari interferenze col suono dal vivo, i “battimenti”, sui quali Lucier ha fondato la sua estetica più recente.
Emanuele Casale è il fuoco dell’Etna: catanese e geniale creatore di brani ad alto tasso adrena-linico, salta, corre e rincorre suoni e strumenti in un gioco di prodigioso e vertiginoso virtuosismo. Emanuele ha scritto per noi questo gioiello che abbiamo eseguito innumerevoli volte negli angoli di mezzo mondo e che non ci stancheremo mai di riproporre. La prima esecuzione è del 2002 all’Accademia Sibelius di Helsinki per il Festival Musica Nova.
Fausto Romitelli ha composto per Alter Ego la prima delle sue celeberrime Domeniche alla periferia dell’Impero, oggi considerata un classi-co del repertorio contemporaneo. Questo brano composto a Parigi nel 1995 ed eseguito per la prima volta all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, segna l’inizio della nostra lunga amicizia e della nostra collaborazione.
Riccardo Vaglini ha composto nel 2004 la Serenade dedicandola idealmente al giovane Bruno Maderna, partigiano. In questo brano che ha visto la prima esecuzione all’Istituto Italiano di Cultura di Colonia con Alter Ego, Vaglini, con la sua consueta ironia, ritaglia un’atmosfera densa e cupa che lentamente affluisce ad un canto partigiano di dubbia autenticità, per questo ancor più meritevole.
Stefano Scodanibbio è stato un altro grande punto di riferimento per molti di noi. Ci ha sempre legato una sorta di fratellanza musicale che abbiamo sviluppato negli anni collaborando spessissimo con Stefano sia come contrab-bassista che come compositore. Ritorno a Cartagena è forse uno dei pezzi più belli mai scritti per flauto solo negli ultimi vent’anni. È in realtà un pezzo di percussione suonato su un flauto basso dove è richiesta l’indipendenza tra azioni simultanee che si rivela in una straordinaria polifonia. Buon viaggio. (Manuel Zurria)