SPE - SPAZIO PERFORMATICO ED ESPOSITIVO
3 GIUGNO 2016
Omaggio a Schubert
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ORE 19.00 INCONTRO
Il fascino ambiguo del valzer
con Oreste Bossini e Mauro Covacich
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ORE 21.00 CONCERTO
La voce seducente del male
Franz Schubert
Der Tod und das Mädchen D531
Erlkönig D328
Abschied D578
Der Wanderer D489
Ganymed D544
Mirella Di Vita soprano
Michele Pierleoni baritono
Simone Soldati pianoforte
Quartetto in re minore D810
Quartetto Noûs
Tiziano Baviera violino
Alberto Franchin violino
Sara Dambruoso viola
Tommaso Tesini violoncello
Johann Heinrich Füssli Amleto rende visita ad Ofelia
La morte e la fanciulla è il titolo di un Lied di Franz Schubert, che ha trovato nella sua abbondante e perenne fioritura di musica vocale il mezzo migliore per esprimere i pensieri e i sentimenti nascosti nei più reconditi recessi della coscienza. Spesso i Lieder hanno alimentato e fecondato anche
la sua produzione vocale come nel caso della Morte e la fanciulla, diventato in seguito il tema per il movimento di variazioni di uno dei suoi più amati e popolari quartetti d’archi.
Nella traduzione italiana, in realtà, si perde la connotazione sessuale del Lied, che descrive un breve e fatale dialogo tra un’adolescente e un uomo che cerca di sedurla. In tedesco infatti la morte, der Tod, è di genere maschile, così come una ragazza molto giovane e inesperta viene definita, in forma dialettale, Mädchen, un termine di genere neutro. Il classico tema di amore e morte, dunque, in questo caso assume una connotazione di esplicita seduzione erotica, che nel particolare mondo di Schubert si riverbera con sfumature variegate e complesse. Una ricognizione dei percorsi artistici di Schubert infatti non può prescindere dalla consapevolezza della sua condizione omosessuale, in un contesto fortemente repressivo ma non privo di molte ambiguità qual era la Vienna del primo Ottocento. La decisione di prendere coscienza della sua vera natura e di voltare le spalle ai valori patriarcali della famiglia e del lavoro, che il padre tentava vanamente di inculcare nel recalcitrante giovane artista, trova uno straordinario riflesso in uno dei suoi Lieder più abbagliante, Erlkönig, torcendo il testo di Goethe per esprimere la tormentata conquista di una propria identità. Naturalmente non era possibile in una società come quella della Restaurazione seguire in maniera aperta la natura delle proprie passioni, ma Schubert aveva a disposizione un eccezionale linguaggio riservato, attraverso
la musica, per consentire ai suoi sentimenti di riversarsi liberamente fuori di sé. (Oreste Bossini)
direzione artistica Antonio Caggiano