SPE - SPAZIO PERFORMATICO ED ESPOSITIVO
DOMENICA 3 FEBBRAIO 2019
ORE 15.30 E ORE 17.00
si consiglia vivamente la prenotazione
Teatro Gioco Vita
Io e Niente
DAL NIENTE SI PUÒ FARE TUTTO
da Moi et Rien di Kitty Crowther
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con Valeria Barreca, Tiziano Ferrari
adattamento, regia e scene Fabrizio Montecchi
sagome Nicoletta Garioni (dai disegni di Kitty Crowther)
musiche Paolo Codognola
costumi Tania Fedeli
disegno luci Davide Rigodanza
luci e fonica Alberto Marvisi
assistente alla regia Vera Di Marco
realizzazione sagome Federica Ferrari, Nicoletta Garioni
realizzazione scene Sergio Bernasani
coproduzione Teatro Gioco Vita, Segni New Generations Festival
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TEATRO D'OMBRE E TEATRO D'ATTORE
ETÀ CONSIGLIATA: DAI 5 ANNI
“Qui non c’è niente. Anzi, ci sono io. Niente e io. Niente si chiama Niente. Vive con me, intorno a me.” Così incomincia la storia di Lilà, una bambina che dopo aver perso la mamma e con il papà affranto dal lutto, si crea un amico immaginario, Niente. Assieme a Niente Lilà passa le sue giornate a fare niente. Ma Niente, al contrario di lei, è sempre di buonumore e risponde alla sua profonda indolenza con delicata e costruttiva positività. Al “non c’è niente da fare” di Lilà, Niente risponde che “dal niente si può fare tutto”.
Ed è proprio grazie a questo importante insegnamento che Lilà si convince, dopo una lunga resistenza, ad uscire dal suo isolamento e a piantare i semi di papavero blu dell’Himalaya che la mamma aveva conservato nel grande ripostiglio. Quelli di cui, dice la leggenda, un pettazzurro aveva tenuto i semi nel becco durante un lungo periodo di gelo, per paura che quel fiore sparisse per sempre e che poi aveva piantato nel giardino di una principessa…
La decisione di piantare i semi e di coltivare gli stupendi fiori blu preferiti dalla madre fino a ricreare il meraviglioso giardino di casa, consente a Lilà di attirare l’attenzione del padre e riguadagnare il suo amore. “La nostra primavera è stata bellissima. Papà è ridiventato il mio papà”, dice Lilà. Segno di quest’amore ritrovato è un regalo lasciato a Lilà dalla madre prima della sua morte e che il padre si decide finalmente a consegnargli. È una piccola scatola che contiene una sorpresa che tutto chiude e tutto spiega, anche l’amico immaginario.
Io e Niente è una piccola grande storia di straordinaria intensità e commozione. È narrata in prima persona, e questo consente allo spettatore di identificarsi in modo profondo con la protagonista. Di Lilà riusciamo a condividere i sentimenti e la tristezza e infine, riusciamo a seguirla nel suo sforzo per superare le difficoltà e uscire dall’isolamento. La presenza però di una parte centrale narrata in terza persona permette allo spettatore anche di assumere quella distanza che la trasforma da vicenda intima e personale in storia universale.
Io e Niente, con un linguaggio pieno di saggezza e poesia, ci dice che anche la debolezza e la fragilità possono essere trasformate in forza. Il bizzarro amico di Lilà è proprio la testimonianza che anche dall’assenza, dalla mancanza, qualcosa di prezioso può nascere.
Teatro Gioco Vita anche in questo spettacolo rimane fedele al suo personalissimo linguaggio teatrale. Grazie alla fusione di ombre e attori mira a creare un amalgama scenico capace di tradurre non solo l’universo grafico pittorico dell’autrice ma anche il suo stile di narrazione inconfondibile. Due soli attori in scena sono gli animatori e gli interpreti di tutti i personaggi della storia. Fanno uso di ombre nere e colorate, manipolazioni a vista e schermi in movimento, per accompagnare i bambini, con delicatezza e partecipazione, in un viaggio alla scoperta di Lilà e del suo bellissimo giardino azzurro.