Camera #3, installazione ambientale di Cecilia Bertoni e Claire Guerrier con Carl G. Beukman. Una stanza da letto in cui il visitatore viene invitato a immergersi in una prigionia allegorica per allontanarsi dal quotidiano e addentrarsi in un universo pieno di rimandi, di evocazioni, di ricordi, di paure e di sogni di due donne racchiuse nella propria solitudine.
In sosta di f.marquespenteado. Un intervento ambientale che ruota intorno alla figura della panchina come archetipo della sosta di riflessione, d’incontro e di conoscenza del proprio sé.
There is not a priori answer to this dilemma (The Dolphin Hotel) di Francesca Banchelli. Una scala prelevata da un vecchio edificio, a metà tra il reperto e un materiale di recupero, permette all’artista di indagare sul significato del dubbio e sull’incertezza dell’azione.
W18S, di Ettore Favini e Antonio Rovaldi. I diciotto capitoli del Diario Walden ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau, incisi su lastre di pietra, segnano con la loro numerazione alcuni possibili percorsi all’interno della Tenuta, suggerendo al camminatore/lettore un inizio per una divagazione poetica assolutamente personale e ogni volta riscrivibile.
Un Esilio di Valentina Vetturi. Nelle parole dell’artista, “il diario di una esule, un racconto in cui finzione e realtà si mescolano. Un invito al camminare, mediato dalla memoria e dalle riflessioni sulla condizione, forse cercata, dell’esilio”.
L'Attesa, di Cecilia Bertoni con Carl G. Beukman. L’installazione nasce come parte della prima tappa della performance di Cecilia Bertoni Riflessi in Bianco e Nero (Trilogia dell'Assenza), incentrata sul perdere, la perdita, i perdenti, il tempo e la memoria.
Il Cimitero della Memoria, mostra collettiva a cura di Angel Moya Garcia con Cecilia Bertoni, si sviluppa sul territorio di una vecchia vigna e raccoglie le opere di otto artisti invitati a proporre una visione e una lettura soggettiva del proprio rapporto con la memoria.
Arie per lo Scompiglio di Alfredo Pirri. Collocata negli spazi della Cappella, l’opera consiste in un pavimento di cristallo calpestabile nel cui spessore sono contenute un grande numero di piume, colorate di un rosso intenso, che creano una luminosità sempre mutevole a seconda del movimento della luce solare.