I can reach you (from one to many)
Bianco-Valente, Claudia Losi, Valerio Rocco Orlando
A CURA DI DARIA FILARDO, PIETRO GAGLIANÒ E ANGEL MOYA GARCIA
3 OTTOBRE 2015 - 28 FEBBRAIO 2016
I can reach you (from one to many) propone una riflessione sull’incontro, osservato sul piano linguistico, emotivo, relazionale e politico.
Gli artisti coinvolti condividono un fattore comune nella declinazione delle relazioni tra i corpi, i pensieri, le culture, le comunità, e nel corso di diversi periodi di residenza alla Tenuta Dello Scompiglio, hanno concepito tre progetti che tra ottobre 2015 a marzo 2016 prenderanno forma in dialogo con il contesto, sviluppandosi anche per tappe successive, con incontri, dislocazioni, ricentramenti.
I can reach you nasce come una meditazione collettiva sviluppata fra gli artisti e i curatori, si sviluppa a partire dai lavori presentati in occasione dell’inaugurazione, e procede verso orizzonti successivi con una rete di appuntamenti.
Bianco-Valente presentano un'installazione ambientale che abita il grande spazio espositivo: Frequenza Fondamentale ci immerge in un luogo allo stesso tempo lontanissimo e interiore, siderale e intimo. L’installazione mette insieme una variazione di luci e una gamma di suoni che muovono lo spazio evocando massa e velocità di rivoluzione dei pianeti del sistema solare. Bianco-Valente creano un’esperienza pulsante e immersiva, che porta il visitatore a muoversi, a cercare una posizione, ad avvertire una risonanza dentro il corpo e fuori fra i corpi.
Dove il passo di Claudia Losi concentra in un’opera in divenire la pluralità delle esperienze dell’artista nel corso del suo viaggio a piedi, da Piacenza allo Scompiglio. Il camminare viene interpretato come atto conoscitivo in cui vengono individuati luoghi di senso (landmark), assunti come tali per proprie caratteristiche fisiche o per eventi, anche remoti, di cui recano traccia: punti di densità geografico-emotiva lungo i quali corrono esperienze percettive (il colore, il tempo, la distanza, la fatica) e narrazioni raccolte dalla propria storia o da altre voci raccolte in viaggio.
Una domanda che cammina di Valerio Rocco Orlando è uno studio incentrato sui temi del pellegrino e dell’ospitalità come istanze relazionali, e si sviluppa come un’installazione che, nel corso di diverse tappe, disvela gradualmente il processo di costruzione dell'opera rendendo il pubblico partecipe della drammaturgia del lavoro. La prima tappa, in occasione dell’inaugurazione alla Tenuta Dello Scompiglio, impegna l’artista in un laboratorio rivolto a una persona per volta, teso a definire i contenuti per i futuri passaggi, a Lucca e Altopascio, dove l’installazione verrà presentata nella sua forma definitiva.
Nello svolgimento di questo programma, che combina il disegno curatoriale con le visioni degli artisti, lo spazio della mostra si dilata geograficamente, ampliandosi oltre i confini della Tenuta Dello Scompiglio e si moltiplica nel tempo, richiedendo nuove verifiche al cospetto del pubblico.
Bianco-Valente
Giovanna Bianco è nata a Latronico (Potenza) nel 1962, Pino Valente è nato a Napoli nel 1967. Vivono a Napoli. Attivi dal 1995, lavorano prevalentemente con i nuovi media. La loro ricerca si rivolge all’indagine di temi che pongono in rapporto arte e scienza: il corpo umano nella sua totalità (mentale-immateriale/corporeo-biologico molecolare), la percezione umana e lo spazio-tempo, la memoria.
Claudia Losi è nata a Piacenza nel 1971. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Partecipa a workshops e periodi di studio in Italia e all’estero. La sua ricerca si focalizza sul rapporto dell’uomo e l’ambiente che lo circonda e sulle relazioni tra l’individuo e la collettività.
Valerio Rocco Orlando, nato a Milano nel 1978, dopo una laurea in Drammaturgia all’Università Cattolica di Milano e un master in Regia alla Queen Mary University of London, ha iniziato il suo percorso artistico componendo articolate installazioni, video, film, fotografie e libri d’artista che, in bilico tra dialogo corale e ritratto intimista, mettono in scena la relazione tra individuo e comunità, allo scopo di esplorare e ripensare il senso di appartenenza nella società contemporanea.