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27 OTTOBRE 2012 - 12 GENNAIO 2013


Damir Ocko
The Moon shall never take my Voice

HD video / 19'16" / sound / color / 2010

in collaborazione con la Galleria Tiziana di Caro, Salerno

Damir Ocko - The Moon shall never take my Voice

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Il video è interpretato da una donna, che si esprime con l'alfabeto muto, quindi attraverso gesti. Ognuno di questi gesti è cadenzato da un suono. La sceneggiatura si compone di tre canzoni, scritte da Damir Ocko, seguendo diverse suggestioni. La prima canzone narra una storia il cui protagonista è Gustav Mahler, il quale ascolta i suoni di un corteo dalla sua camera di albergo a New York.

Mahler era molto disturbato dai tamburi che sentiva in lontananza, che pian piano si avvicinavano, per poi scomparire nuovamente. Questa esperienza era stata riportata nella sua ultima, incompiuta, sinfonia.
La seconda ha come protagonista John Cage, durante la visita che questi fece alla "Silent Chamber" presso l'Università di Harvard. Questa sala fu costruita in modo che nessun suono potesse essere trasmesso al suo interno, nonostante ciò Cage vi udì due diversi suoni, uno molto forte, l'altro molto basso. Più tardi gli fu spiegato, che quanto aveva udito proveniva dal suo sistema nervoso. La canzone, presente nel video, è suonata in nove battute, il che è ironico, poiché fa riferimento ad una composizione di un musicista francese, risalente al 1897, che contiene solo nove battute vuote, e questa è stata la prima composizione musicale "in silenzio" che sia mai stata scritta. Cage era consapevole di questa esperienza.
L'ultima canzone segue il percorso di Neil Armstrong verso la luna, sino al momento in cui lui pronunciò la famosa frase (Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo enorme per l'umanità.). L'elemento interessante fu che Armstrong commise un errore e mancò di pronunciare l'articolo "un" davanti alla parola uomo; lui, infatti, aprì la bocca, ma non emise alcun suono.
Queste tre canzoni, sebbene interpretate secondo i dettami dell'alfabeto muto, sono accompagnate da una colonna sonora, fatta di suoni sordi, che compongono una evocativa melodia che richiama idee, persone, accadimenti, un complesso (e completo) discorso in cui, nonostante il tracciato significante si manifesti diversamente dalla consueta narrazione, rimane una precisa traccia di esperienze e suggestioni.

 

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