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Festival Opera Barga - Chiostro di Santa Elisabetta, Barga 

7 luglio 2012

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Living Room Music

John Cage - Il teatro musicale


Ars Ludi  percussioni
Antonio Caggiano, Alessandro Di Giulio, Pietro Pompei, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri, Aurelio Scudetti, Flavio Tanzi

Francesco Carlo Leone  pianoforte 

John Cage  Living Room Music (1940) per percussioni e quartetto di voci
Giorgio Battistelli  Orazi e Curiazi (1996) per 2 percussionisti
Paolo Castaldi  Fughetta editoriale (1997) per 3 performer
Francesco  Filidei  Puccini alla caccia (2008) per 8 percussionisti
John Cage  Fads and Fancies in the Academy ** (1940) per 5 performer  
Giorgio Battistelli  Psychopompos (1988) per 6 percussionisti

** prima italiana

concerto trasmesso da Radio 3 Suite il 22 febbraio 2013

in co-produzione con Associazione Ars Ludi, Festival Opera Barga


Livng Room Music

Livng Room Music DSCF1345.jpgLivng Room Music DSCF1255.jpgLivng Room Music DSCF1317.jpgLivng Room Music DSCF1276.jpgLivng Room Music DSCF1294.jpgLivng Room Music DSCF1271.jpgLivng Room Music DSCF1365.jpgLivng Room Music DSCF1387.jpgLivng Room Music DSCF1257.jpgLivng Room Music DSCF1383.jpgLivng Room Music DSCF1356.jpgLivng Room Music DSCF1309.jpgLivng Room Music DSCF1222.jpgLivng Room Music DSCF1389.jpgLivng Room Music DSCF1263.jpgLivng Room Music DSCF1352.jpgLivng Room Music DSCF1386.jpgLivng Room Music DSCF1366.jpgLivng Room Music DSCF1245.jpg

Il concerto di Barga proposto da Ars Ludi, incentrato sul teatro musicale, è un omaggio alla libertà del Cage performer che tanto ha influenzato le generazioni future di compositori. Oltre alle opere di Cage Living Room Music e, in prima italiana, Fads and Fancies in the Academy, vengono eseguite opere di compositori italiani che hanno fatto del teatro musicale la loro cifra espressiva, come Giorgio Battistelli, Paolo Castaldi, Francesco Filidei. Living Room Music di Cage per quartetto di percussioni con strumenti non specificati, come qualsiasi oggetto o elemento architettonico che si possa trovare nel salotto di una casa, è dedicato all’allora moglie Xenia ed è la rappresentazione di un incontro di quattro persone in un salotto. 

Quattro i tempi: il primo e l’ultimo sono per strumenti a percussione e si utilizzano oggetti come tazzine da caffè, bicchieri, posacenere, tavoli, pavimenti. Nel secondo, “Story”, a quattro voci, un breve testo di Gertrude Stein (The World is Round) viene messo in musica e frasi, lettere, sillabe sono trattate come materiale musicale. 

Nel terzo, tre percussionisti accompagnano un solista che suona una melodia con “qualsiasi strumento adatto”. Orazi e Curiazi di Giorgio Battistelli è stato eseguito in prima mondiale a Pechino nel 1996 da Antonio Caggiano e Gianluca Ruggeri, stessi interpreti del concerto a Barga. La composizione, dedicata ad Albano Laziale, città natale di Battistelli, narra di uno dei più affascinanti miti della storia dell’antica Roma che ha enormemente influenzato l’immaginazione dell’Italia; il duello fra gli Orazi (una delle famiglie romane che guidava Roma, allora poco più di un villaggio, nei giorni successivi alla fondazione e campioni della città) e i Curiazi (campioni della vicina città rivale, Albalonga). 

Usando suoni concreti e metafisici, i loro corpi e le loro voci, il timbro ed il ritmo delle percussioni, i due interpreti creano una drammaturgia situata nel fantastico. Fughetta Editoriale per voci parlanti di Paolo Castaldi è una composizione per tre “Solisti vocalisti”; è un pezzo buffo, un divertissement, che utilizza come testo i nomi di editori musicali, tratti da un elenco esteso a tutto il mondo. Come dice l’autore: “Occorre curare in sede di prova, il registro delle altezze, seguendo la disposizione delle note sull’esagramma che non è un pentagramma, perché si vuole evitare l’emissione intonata o ‘cantata’ (…). 

Una parte di questo pezzo viene eseguita più lentamente ed è quella dedicata agli editori di musica sacra. (…) anche qui potrebbe accadere che l’esecuzione si risolva in uno spettacolo da vedere, oltre che un pezzo musicale da udire”. 

“Come nascevano i motivi immortali di Giacomo Puccini? Segue un’ipotesi sulla nascita del tema di Un bel dì vedremo dalla Butterfly. Per Puccini alla caccia mi sono ispirato a una lettera di Puccini a Ricordi: ‘Se sabato ho finito, come spero, filo a terrorizzare i palmipedi adorati che da tempo anelano il mio piombo micidiale e infallibile. Bum!’ È un pezzo scritto nel 2005 per l’ensemble Cairn, la cui prima esecuzione è avvenuta a Parigi nel 2008. La composizione utilizza praticamente solo richiami di uccelli e il tema di Un bel dì vedremo dalla Butterfly. Evoca, se si vuole, Giacomo Puccini, gran cacciatore, intento a cacciare a Torre del Lago e, a una prima parte più sommessa se ne avvicenda una molto ritmica ed una quasi lirica…” (Francesco Filidei)

Fads and Fancies in the Academy di John Cage è una composizione scritta nel 1940 eseguita a Barga in prima italiana, per cinque esecutori, un pianista e quattro percussionisti. Il brano fu creato da Cage per la coreografa Marian Van Tuyl. Poco conosciuto ed eseguito sino ai nostri giorni, recava come sottotitolo “Una Satira Gentile sull’Educazione Progressiva”. È articolato in sette movimenti che vogliono mostrare il cammino del giovane studente dall’ansia per la conoscenza alla pigrizia totale, un movimento verso l’educazione individualistica con un atteggiamento, allo stesso tempo, di rivolta e di rispetto verso la Storia e che utilizza la dicotomia tra pessimismo ed ottimismo. L’idea della composizione è piuttosto inusuale poiché utilizza una parodia di canzoni per bambini, musica popolare e umorismo satirico. I percussionisti usano sia strumenti tradizionali come i tom tom e un metronomo, sia oggetti diversi come i freni a tamburo delle automobili, un lavatoio, rifiuti metallici. Psychopompos di Giorgio Battistelli per sei putipu, xilomarimba e marimba bassa, è una cantata per sei voci dialoganti in un registro medio grave. è ispirato alla figura mitica di Psychopompos, colui che accompagna le anime dal regno dei vivi al regno dei morti. 

Un Caronte immaginario, interpretato da sei musicisti e sei putipu. Il putipu, strumento ermafrodito usato nella musica popolare napoletana che ha nel fusto d’acciaio la parte femminile e nella canna la parte maschile, ben rappresenta uno degli aspetti di questo pezzo, la dualità: due elementi che formano un solo corpo. Il suono è prodotto sia con una tecnica arcaica dello strumento, sia con una nuova tecnica ogni volta da inventare.

 

 

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