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10-16 aprile 2025

To Repel Ghosts / Lettera al padre

la trama del maschile

residenza di Gennaro Lauro

 

di Gennaro Lauro
con Silvia Mai e Gennaro Lauro
produzione Compagnie Meta (Francia), Associazione Sosta Palmizi (Italia) 
sostegno residenziale D.iD (Austria), HOME – centro coreografico (Perugia), Associazione Sosta Palmizi (Cortona), Micadanses (Francia), BTT/Balletto Teatro di Torino (Italia), Le Volatil (Francia), Teatri di Vetro (Roma), Tenuta dello Scompiglio (Capannori LU), Oriente/Occidente (Rovereto TN), Fabbrica Europa (Firenze), IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia / Teatro delle Moire (Milano) accolto da: CND – Pantin (Francia), L’Échangeur CDCN (Francia), 104-Paris (Francia)


“Se io avessi mollato, se mi fossi lasciato andare, tu non ci saresti,
perché non ci sarebbe il sesso, non ci sarebbe la famiglia, non ci sarebbe il letto coniugale,
non ci sarebbe la maternità, non il latte caldo, non le carezze a bilanciare i miei pugni,
nessuno, nessuno si sarebbe occupato di te. Saresti un individuo gettato nel nulla.
Se io non porto il mondo, tu non hai forma. Se io lo lascio, tu non hai confini.
Non ci sarebbe né qui né lì, né destra né sinistra.
Io sono qui per dividere, per formare, per opporre,
io sono qui per fare la guerra,
perché dove c’è guerra c’è morte
e dove c’è morte c’è vita.
Io sono il Padre.”


Dal 10 al 16 aprile, gli spazi della Tenuta Dello Scompiglio ospitano in residenza artistica la creazione di Gennaro Lauro accompagnato dalla performer Silvia Mai.

Il lavoro, articolato su tre fronti, comprende la ricerca coreografica di Gennaro Lauro in sala con Silvia Mai;  la scrittura di un monologo del Padre e di dodici racconti incentrati su figure spesso femminili che vivono ai margini del mondo patriarcale; la ricerca sul campo attraverso un dialogo con associazioni che lavorano sul maschile o attraverso incontri destinati a individui che si riconoscano come maschi intorno alla loro esperienza intima del maschile.

Nelle parole di Lauro:

Questo lavoro è una ricerca sul maschile: cos’è per me il maschile? come posso liberare il maschile per non dovervi rinunciare? è possibile ritrovare un contatto intimo, proprio e non normativo con il maschile? la mia esperienza del maschile può davvero connettermi ad altri esseri umani? e può questo maschile diventare un cortile o un campo di vita, fatto di esperienze varie e mutevoli, piuttosto che una categoria di appartenenza?

Questo lavoro nasce dal desiderio di scacciare certi fantasmi, disarmare la paura, allentare i confini, e non risolversi a vivere per mera opposizione né tantomeno per solo estraniamento. Fare della terra un cielo che, come il cielo, non confonda la geografia con la genealogia, l’altitudine con l’autorità.

Questo lavoro è anche il tentativo di scrivere una lettera al Padre, a quello che abbiamo conosciuto, anche quando ci è mancato, al Padre che abbiamo subìto, a quello che noi stessi abbiamo nutrito, noi come i nostri padri e i padri dei nostri padri.

Questo lavoro è un solo, benché siamo in due. È un solo con un intruso. Io sono l’intruso.

Questo lavoro è un esercizio di commiato e in questo senso prende inizio da una fine.

Questo lavoro è un lavorìo.”


Gennaro Lauro ha studiato Filosofia e Lingue Orientali, avvicinandosi poi alla danza e lavorando, tra gli altri, per Romeo Castellucci, Cindy Van Acker, Giorgio Rossi, Cie Meta, Cie Inkörper, Circo El Grito e Oona Doherty.  Dal 2018 ha creato "Sarajevo – la strage dell’uomo tranquillo", "Mondo" e infine "ZugZwang" con sua sorella Elisabetta. Lavora a una nuova creazione sul maschile: "To Repel Ghosts/Lettera al Padre". Continua a lavorare come traduttore per case editrici italiane e per riviste accademiche italiane e internazionali. Il suo auspicio è che il suo cammino continui a seguire i suoi passi e non il contrario.

Silvia Mai, danzatrice, pastora d’alpeggio, arte terapeuta in formazione. Il percorso in ambito artistico è segnato dall’incontro con Raffaella Giordano, Silvia Rampelli, Dominique Dupuy, Claudia Dias, Anna Paola Bacalov e dall’esperienza sulla scena come interprete e autrice. Per alcuni anni si distacca dall’ambiente della danza per immergersi nella vita degli alpeggi e della pastorizia. Sul sentiero della vita accosta la ricerca artistica e pedagogica alla concretezza della vita all’aperto, al processo del lavoro artigiano, all’ intensità della relazione con gli animali.

 

 

 

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