ALLA COLLINA DELL’UCCELLIERA
ORE 17.00
18-19-20 e 25-26-27 SETTEMBRE 2020
Compagnia Dello Scompiglio
On the corner
PERFORMANCE ITINERANTE IN 3 ATTI
di Cecilia Bertoni
in collaborazione con Carl G. Beukman
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regia Cecilia Bertoni
musica, suoni e rumori Carl G. Beukman
con Cecilia Bertoni, Fernando Marques Penteado, Mariagrazia Pompei, Charlotte Zerbey
riprese e montaggio video Bam, Cecilia Bertoni
tecnica e costruzione scene Paolo Morelli, Alice Mollica, Chiara Nardi
assistente alla regia Mauro Carulli
direttrice di produzione Michela Giovannelli
con il prezioso aiuto di Valentina Pracchia e Deniel Balestra e tutti i collaboratori Dello Scompiglio
NUMERO LIMITATO DI 10 PARTECIPANTI
SI RACCOMANDA LA PRENOTAZIONE
In cima alla Collina dell’Uccelliera, due vecchi metati restaurati e un grande terrazzamento alberato ospitano lo spettatore e diventano scenari dei tre atti che compongono la performance itinerante On the corner. Ciascun atto attinge alla vasta tematica della morte e del morire.
La situazione site specific diventa supporto alla drammaturgia.
Lo spettatore viene talora avvolto dall’ambiente, talora coinvolto direttamente. Oppure rimane spettatore distante.
L’atto al Metato del Bambù racconta del periodo prima della morte, in cui il morente vive spesso in due mondi paralleli. In uno lotta per la sopravvivenza concreta, riduce le sue necessità al minimo, restringe lo spazio intorno asé. Nell’altro comincia a entrare in un’esperienza più e più immateriale e fluida. Nel caso in cui creda alla vita dopo la morte, si abitua a una vita senza corpo, senza spazio e senza tempo. In caso contrario, semplicemente si abitua al nulla. Sempre più vive in un mondo difficilmente comunicabile e inaccessibile ai viventi e proprio per questo la solitudine viene vissuta nella sua espressione più totale. I viventi lo stanno a guardare impotenti.
Il Metato del Pastore diventa metafora della casa intesa come il corpo che abitiamo. Il corpo a volte è accogliente, si muove, ci porta nel mondo, comunica, ma può anche diventare inospitale. Il dolore fisico c’imprigiona, ci isola in uno spazio sempre più limitato, pericolante e solitario dal quale vorremmo evadere. Per sempre.
Fra le due case, all’ombra degli alberi, mentre lo spettatore si rifocilla viene invitato a partecipare a un gioco. E come in tutti i giochi vige l’arbitrarietà di chi vince e di chi perde.
Questa casa non è più la mia casa.
Vorrei sgusciar via,
Svanire nella nebbia.
Sognare - danzare,
Dormire. Quel lungo sonno.
On the corner