SPE SABATO ORE 19.30 DOMENICA ORE 18.00
12-13 OTTOBRE 2019
Cristina Planas Leitão
FM [featuring mortuum]
progetto vincitore del bando della morte e del morire
ideazione e direzione artistica Cristina Planas Leitão
interpreti e creazione Cristina Planas Leitão, Valentina Campora
con la partecipazione di Daniela Cruz
light design e direzione tecnica Cárin Geada
musica originale Flávio Rodrigues
suono Cristina Planas Leitão
tecnico del suono Pedro Lima
consulenza drammaturgica Victor Hugo Pontes, Joana von Mayer Trindade
produzione bactéria / Teresa Camarinha
coproduzione Teatro Municipal do Porto (PT) – Festival DDD;
in collaborazione con Centro de Arte de Ovar, Câmara Municipal de Ovar (PT)
sostegno alla produzione Secretaria de Estado da Cultura / Direção Geral das Artes; Fundação GDA Direitos dos Artistas
residenze e contributi Dance Ireland (IR); Dansateliers Rotterdam (NL); Centro Culturale di Ílhavo / Câmara Municipal di Ílhavo (PT); TNSJ (PT); O Espaço do Tempo (PT) / projeto Conquering the studio: a time for research /Companhia Instável con Victor Hugo Pontes (PT); Universidade do Porto (PT); Instituto Politécnico do Porto (PT)
con il supporto di Fundação Calouste Gulbenkian, Portugal
foto di Susana Nives
FM esplora il reale sulla scena: quali dispositivi possono indurre a credere nella simulazione e nel falso e quali artifici possono provocare sentimenti ed emozioni nel pubblico.
Come può essere interpretata la morte per arrivare al coinvolgimento emotivo del pubblico, quando il performer è proprio lì, in carne ed ossa, sulla scena? Come può quel corpo ingannare la memoria dello spettatore? L’illusione della morte sarà evidente, costruita davanti al pubblico, ma con la potenza del reale. La morte è una costante di tutta la performance.
Nella pièce la morte è persistente. Morte e ripetizione. Morire più volte, morire tutti i giorni, morire per sempre, morire per sempre e di nuovo, come nella recita di ieri.
La pièce, poetica e familiare, ma inspiegabile, ci fa riflettere sulla presenza della morte nella performance e sul teatro come luogo di tutte le possibilità, perfino rendendo possibile l’impossibile. In questo spettacolo sul “far credere” ci sono due oggetti paralleli, uno vivo e uno morto, che diventa l’elemento centrale. Carico di molteplici livelli e significati, ci disarma in modo accessibile, seppur profondo, trascendendo il momento presente verso un altro extracorporeo piuttosto comprensibile.